IL BRACCIO E LA MENTE


L’approccio mentale giusto durante il cambio di campo. Come scaricare la mente e ricaricarsi durante la pausa…

"Nella scorsa puntata della rubrica avete parlato di visualizzazione. Io cerco di usarla durante i cambi di campo, in modo da immaginare situazioni di gioco positive e vincenti. Tuttavia spesso mi accorgo che durante i campi ho bisogno di scaricare la mente e "svuotarla" dai pensieri, per quanto possibile, senza pensare troppo. In particolare nei match in cui sto perdendo. Esiste un approccio giusto durante i cambi di campo?" Lorenzo

La domanda posta oggi affronta il problema legato al tentativo (o esigenza) di svuotare la mente da pensieri che distraggono durante l’incontro. La visualizzazione di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata  è un processo finalizzato a "vedersi", allo scopo di verificare quanto la nostra "visione" sia corrispondente ai movimenti che realmente mettiamo in atto e quanto effettivamente traiamo sensazioni positive da queste esperienze sul campo da tennis. Tale visualizzazione, operata prima dell’incontro, ci consente di "scaldare" i muscoli e la mente, consentendoci un immediato ingresso nel clima del match. La visualizzazione può consentirci altrettanto validamente, durante il match, di ritornare ad avere un rapporto diretto con quello che stiamo facendo e di farci tornare ad esprimere il nostro tennis, nel caso verificassimo quanto questo non stia accadendo. Questo significa che durante la mia visualizzazione ho la capacità di verificare il mio operato e questo testimonia l’importanza dell’analisi, costante, che io devo avere durante l’ incontro che sto disputando. Visualizzarsi durante i cambi di campo, in quest’ottica, riveste un significato importante, in quanto consente di rivedere alcune azioni svolte durante i punti recenti e  richiamare le sensazioni positive che queste azioni hanno suscitato in noi, rinforzando cosi l’autosima; visualizzarsi È altrettanto utile per ripristinare meccanismi tecnici o di sensibilita/sensazione che non ci hanno soddisfatto nell’immediato vissuto.  Avere la capacità di analizzare il comportamento tecnico, tattico, fisico durante l’incontro è sicuramente una caratteristica molto importante. Il giocatore che ha sempre presente la propria prestazione e che è in grado di verificare l’adeguatezza della prestazione stessa a quello che l’avversario o le situazioni richiedono, dimostra grande maturità.
Ho l’abitudine di consigliare agli atleti di ripetersi ad alta voce il risultato, al termine di ogni punto, per restare costantemente agganciati all’aspetto "numerico" dell’incontro ma anche per potersi sempre sentire presente nel momento che stanno vivendo e soprattutto per adeguare la propria strategia alla situazione contingente, valutando se permettersi eventuali soluzioni particolari, ad esempio, o verificare la necessità di una maggiore attenzione per scongiurare pericoli che il momento invece propone. È chiaro che un’analisi di questo tipo risulta ancora più semplice, come suol dirsi, a bocce ferme, durante il cambio di campo. Avendo un po’ più di tempo a disposizione, l’analisi risulterà più obiettiva. Ecco che la visualizzazione in questo caso, come accennavamo prima, ci consente di rivederci negli ultimi punti giocati e ci consente di ricostruire sensazioni favorevoli se usciamo da situazioni che non ci hanno soddisfatto, ricreando una certa autostima, una certa fiducia nelle proprie capacità tecniche; o ci permette di fornirci delle iniezioni di ulteriore fiducia nel caso gli ultimi punti ci abbiano soddisfatti. Il cambio di campo in questo senso riveste il ruolo assolutamente importante di creare i presupposti per ricreare quel dialogo interno che consente di essere presente, attivo, propositivo. Ma è anche il momento in cui devo liberarmi di determinate tensioni! Molto spesso si pensa che il ruolo del mental coach, dello psicologo dello sport, sia quello di consigliare all’allievo, all’atleta di pensare positivo, spesso banalizzandone il significato, pensando che sia sufficiente sorridere alla vita, sorridere alle situazioni e non arrabbiarsi mai. Tutt’altro! Èimportante arrabbiarsi! È importante scaricare la tensione nel momento in cui questa arrabbiatura, questa esplosione di energia, benché contenuta, sia finalizzata ad una sorta di liberazione. Vi consiglio di guardare su YouTube un video registrato durante gli Australian Open del 2007,  in cui Tommy Haas, contro Davydenko, si rende protagonista di un esempio lampante di come vada gestita la pausa nel cambio di campo. Inizialmente non si può dire assolutamente che pensi positivo: si lamenta del suo atteggiamento, che si È manifestato anche in altre occasioni; si critica per come si sta comportando. Fatto ciò però si incita! Figurativamente si da una bella pacca sulla spalla. Per la cronaca Haas ha vinto in 5 set (da un parziale di 2 set a 1 sotto) dopo essersi tirato su di morale in questo e nei successivi cambi di campo… Spesso ai miei allievi propongo di pensare a se stessi come fossero il proprio compagno di doppio dal quale ci si aspetta sicuramente non critiche ma parole di conforto e di stimolo, di supporto morale.
Il consiglio che quindi vi propongo è quello di instaurare sempre un dialogo costruttivo con se stessi! Critico, obiettivo, aggressivo, stimolante, fraterno, positivo… Ma che sia costruttivo, come potrebbe essere quello del mio compagno di doppio, del mio migliore amico con il quale desidero condividere le emozioni e i traguardi. Facile? Non credo! Ma raggiungibile con l’allenamento specifico, e intendo mentale, costante!

Buon lavoro a tutti.

Giuseppe Giordano

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