Quando definiamo qualcosa: facile?
Innanzitutto, come afferma Julio Velasco (consulta a tal proposito la sezione "Video"), riferiamo la distinzione di "facile/difficile" a qualcosa di personalmente valutabile in tali termini.
Premesso ciò, quando definiamo qualcosa facile?
Qualcuno potrebbe dirmi: Quando una qualunque cosa la realizzo senza richiedere eccessivo impegno fisico e/o mentale!
Qualcun altro invece: Quando in quella determinata azione, con molta probabilità, registrerò un successo!
Tali risposte le accetto sicuramente!
Quante volte, però, in situazioni contingenti favorevoli, convinti di poter, ad es. "andare a recuperare una palla corta mal realizzata dall'avversario" (nel tennis), o "fare una schiacciata senza avversari a contrastarci" (basket o volley), o "realizzare un gol a porta vuota" (calcio, hockey o pallamano), o anche "affrontare un avversario palesemente inferiore" (in sport di confronto), approcciamo questa situazione con impegno ridotto, non adeguato, convinti che sia tutto facile?
E in questi casi, quante volte manchiamo il risultato?
Come mai succede?
Abbiamo detto che facile è quanto realizziamo con buone probabilità, con una giusta attenzione, con un impegno adeguato (anche non necessariamente di poco conto).
Se le condizioni ci consentono di rispettare questi presupposti, certamente possiamo parlare di colpo (o situazione) facile.
Ma, se questa situazione la affrontiamo diversamente, rilassati, distratti, cambieremo i presupposti di cui abbiamo parlato all'inizio di questo articolo in occasione della definizione di facile! Stiamo modificando le condizioni che ci permettono di identificare la situazione facile!
Se riduciamo il nostro grado di attenzione o limitiamo l'impegno psicofisico, pur consapevoli che la situazione comunque lo richiederebbe?
Sarà possibile incorrere in un errore grossolano, suscitando il più classico dei "NOOOO..." negli spettatori che, assistendo all'incontro, giudicando facile la situazione, e dando per scontato il nostro impegno massimo anche in questa occasione... resteranno meravigliati e delusi dal nostro comportamento…
E allora?
Il mio consiglio è: analizziamo sempre la situazione ed evitiamo di cercare di ridurre il nostro impegno psicofisico, illudendoci che esistano situazioni in cui possiamo permetterci di riposarci anzitempo...
Rimandiamo il nostro momento di relax a quando effettivamente avremo terminato il nostro compito, a quando avremo realizzato il nostro progetto!
Qualcuno diceva: "Non dire gatto se non lo hai nel sacco"
Qualcun'altro: "Non vendere la pelle dell'orso, prima di averlo ucciso"
Sono tutti modi per dire: Porta a termine il tuo compito! Solo allora potrai godere dei risultati ottenuti e trarre i meritati profitti!
Facile lo potremo dire solo dopo aver ottenuto il nostro risultato!!
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